Recensione: Ignite Me di Tahereh Mafi


Recensione


Buongiorno Inkers, come state? Sì, alla fine sono riuscita a comparire sul blog oggi. Come vi avevo già preannunciato è stata una settimana un po' così, ma da domenica tutto tornerà alla normalità, promesso.
Oggi sono qui per parlarvi di un libro che non mi sarei mai aspettata mi sarebbe piaciuto così tanto. È stata una bellissima sorpresa e spero proprio che Rizzoli non ci lasci a bocca asciutta. Come da titolo oggi vi porto la recensione di "Ignite Me" di Tahereh Mafi edito da Rizzoli.


IGNITE ME
Tahereh Mafi

⭐⭐⭐⭐⭐

Editore: Rizzoli
Prezzo: Cartaceo 17,50€ | Ebook 8,99€
Pagine: 416
Serie: Shatter Me #03 di 6
Genere: Distopico, Fantasy

Trama: Niente sarà più come prima. Non si sa che fine abbia fatto il Punto Omega. Tutti i compagni di Juliette potrebbero essere morti. Forse la guerra è finita ancora prima di cominciare. Juliette comunque non si arrende: affronterà la Restaurazione. Se vuole sopravvivere, deve sconfiggerla. Ma per abbattere la Restaurazione e l'uomo che l'ha quasi uccisa, le servirà l'aiuto di qualcuno che non avrebbe mai pensato di avere al suo fianco: Warner. E mentre si preparano insieme ad affrontare il loro nemico comune, Juliette scoprirà che tutte le sue certezze - su Warner, sui propri poteri, e perfino su Adam - erano sbagliate.


Ho cominciato la lettura di questa serie con le più alte aspettative: copertine stupende e recensioni che facevano girare la testa da quanto erano positive.
Peccato che, per quanto mi riguarda, il primo volume di questa serie non mi abbia convinta molto l'anno scorso (qui la recensione). Tant'è che ho iniziato il secondo per mera curiosità e ammetto che sono stata ben felice di ricredermi dato il totale diverso sapore che Unravel Me (qui la recensione) si porta dietro rispetto a Shatter Me.
E "Ignite Me"? Beh, direi che il punteggio parla da sé.

La prima cosa che ho notato - e apprezzato - di questo terzo volume è il cambio di stile nella narrazione. Nel momento in cui Juliette lascia che sia Warner a starle accanto (mi riferisco alle primissime pagine in cui lei accetta di vivere nella sua stanza), i suoi pensieri smettono di essere frammentati e assumono l'aspetto e la corposità del discorso coerente di una persona che ha finalmente coscienza di sé. È lei stessa a rendersi conto di non essere più una persona spezzata. È lei a realizzare che è sempre stata lei sola il suo più grande limite con i suoi stessi poteri.

Il buio contiene uno strano tipo di libertà; una spaventosa vulnerabilità che concediamo a noi stessi proprio nel momento sbagliato, perché l’oscurità ci spinge con l’inganno a pensare che serberà i nostri segreti. Dimentichiamo che quell’oscurità non è una coperta; dimentichiamo che presto sorgerà il sole. Ma in quel momento, almeno, ci sentiamo abbastanza coraggiosi da dire cose che non diremmo mai alla luce del giorno.

Rispetto ai due libri precedenti, Ignite Me è completamente su un altro livello. Innanzi tutto - come appena detto - c'è la crescita di Juliette, c'è l'evoluzione del suo rapporto con Warner che, sì, magari è scontato nel finale, ma il come ci si arriva mi è piaciuto molto. Non è immediato, non c'è la scintilla della passione che brucia tutto in un istante. Tutto cresce, tutto ha modo di svilupparsi, prendersi i propri spazi, adattarsi all'ambiente circostante per sopravvivere al meglio.
Poi abbiamo Warner. Warner che a ben vedere è il personaggio più spezzato di tutti. Lui ha sempre combattuto su due fronti nella sua vita. Ha sempre indossato una maschera, senza potersi mai mostrare per quello che davvero era. Tranne con Juliette. Solo con lei Warner torna ad essere se stesso.
E infine c'è Adam. Adam con il suo essere un soldato, con le sue convinzioni che gli impediscono di vedere ciò che vedono gli altri. Adam, che vede il suo mondo andare in pezzi nel momento in cui Juliette realizza - con l'aiuto di Kenji - ciò che io sospettavo fin dal primo libro.
Ecco, credo che quella sia stata la parte che ho preferito. No, non per la sofferenza di Adam, ma perché c'è una presa di coscienza, da parte di Juliette, del fatto che il suo mondo è più grande di ciò che può e non può toccare.

Le parole sono creature così imprevedibili.
Nessuna pistola, nessuna spada, nessun esercito o re sarà mai più potente di una frase. Le spade possono tagliare e uccidere, ma le parole pugnalano e restano lì, seppellite nelle nostre ossa, e diventano cadaveri che portiamo con noi nel futuro; anche se scaviamo di continuo non riusciamo a strapparci i loro scheletri dalla carne.

Cosa che invece non mi è piaciuta è la fretta con cui si risolve lo scontro finale. Lo scontro c'è ed è impari perché la Mafi creando Juliette così com'è l'ha resa praticamente indistruttibile e lo scontro è durato sì e no tre pagine. Insomma, tutti vogliamo che i buoni vincano, ma un pochino più di sforzo non guasta, no?

«Mi piace il modo in cui mi sento quando sono con lui» mormoro. «Warner pensa che io sia forte, intelligente, capace, e stima davvero le mie opinioni. Mi fa sentire alla pari… come se potessi riuscire a fare quanto lui e anche di più. E se faccio qualcosa di incredibile, lui non si sorprende. Se lo aspetta. Non mi tratta come una ragazzina fragile che deve sempre essere protetta.»

Concludo dicendo che sono felicissima dell'annuncio di un'altra trilogia - anche se forse tre libri sono un po' troppi - perché il finale di Ignite Me non potrebbe essere più aperto. Cioè, non è solo la mancanza dell'epilogo il problema, è proprio che giri la pagina convinto che ci sia altro e invece ti trovi i ringraziamenti.
Ci credo che chi lo ha letto prima di quest'anno non sia stato soddisfatto del finale, non è il finale!
Io non vedo l'ora del prossimo libro, ma prima di lasciarvi voglio mettervi qui sue citazioni da parte di Kenji perché il suo personaggio è qualcosa di stupendo.


«Gli hai detto solo quello?» insisto. «Che mi è mancato? O gli hai detto anche dell’altro?»
«Oh. Be’, ora che mi ci fai pensare, sì, ehm, potrei avergli detto che, uhm, che sei ancora innamorata di lui?»
 Ho il cervello che urla.
«E… forse che parli sempre di lui? E forse gli ho detto che piangi un sacco perché ti manca. Forse. Non so, abbiamo parlato di un sacco di cose, quindi…»
«Io TI AMMAZZO…»
«No.» Mi punta contro il dito, indietreggiando di nuovo. «Cattiva Juliette. Non si uccide la gente, ricordi? Tu sei contraria, ricordi? Ti piace parlare di sentimenti e arcobaleni…»
«Ma sei fuori di testa, accidenti? Ci credi in grado di abbattere duecento soldati? So di essere un uomo estremamente attraente, J, ma non sono Bruce Lee.»
«Chi è Bruce Lee?»
«Chi è Bruce Lee?» chiede Kenji, inorridito. «Oh Dio mio. La nostra amicizia è finita.»
«Perché? Era un tuo amico?»
«Sai che ti dico? Taci e basta. Basta… Non riesco nemmeno a parlarti in questo momento.»

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Che ve ne pare?
Conoscete già questa serie?
Ve l'ho già detto che non vedo l'ora che esca il secondo?

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6 Commenti

  1. Citazioni davvero belle! Considerando che alla fine saranno sei libri, credo proprio che aspetterò che venga conclusa prima d'iniziarla =)

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  2. Quanto ho adorato questa trilogia. Ignite me è la perfezione (seppur il finale non abbia soddisfatto molto nemmeno me), ma quando si parla di Warner non ragiono lucidamente!

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  3. Io ho adorato questa serie, Ignite l'ho dovuto leggere in inglese perchè dovevo sapere. Il finale non mi è nemmeno dispiaciuto, del resto basta che ci sia Warner poi sto a posto! *_*
    E Kenji pure. Lui merita una serie tutta sua!

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